UEFA, match-fixing: Under 19 a lezione dall’Integrity Manager
Non è mai troppo presto per apprendere importanti strumenti di civiltà, ancor più se questi possono garantirti di stare lontano dai guai. In estrema sintesi è questo il messaggio lanciato da Ivan Michňa in qualità di Integrity Manager della Federazione ceca, oggi impegnato in una lezione frontale in tema di Match-Fixing per conto della Uefa, da sempre in prima linea nella lotta a questa purtroppo attualissima piaga sportiva e sociale. Il ceco, in questa settimana di qualificazioni agli Europei Under 19, sta facendo un vero e proprio tour didattico che prevede l’incontro in aula con ognuna delle quattro squadre inserite nel Gruppo 7. Questa mattina è stata la volta della Nazionale di San Marino, che tramite Michňa ha potuto comprendere meglio funzionamento e rischi del match-fixing.
Si parte da un presupposto essenziale: la tolleranza zero della UEFA nel confronti delle combine; “i risultati devono essere determinati esclusivamente dagli sforzi e dalle qualità dei calciatori, incerti e sconosciuti fino all’ultimo secondo” – sottolinea Michňa.
Ma come funziona il processo che porta al match-fixing? Innanzitutto è opportuno prendere conoscenza dei soggetti mandatari di queste azioni illegali: parliamo di mafia, criminalità organizzata. Il motivo di queste infiltrazioni malavitose nel mondo del calcio è piuttosto semplice: rispetto al traffico d’armi, di droga o alla prostituzione, predeterminare il risultato di un incontro di calcio è decisamente meno rischioso e la possibilità di poter scommettere praticamente su ogni partita del pianeta rende anche molto remunerativa questa pratica criminale.
Michňa ha sottolineato più di una volta come nessun calciatore e nessuna persona che abbia un ruolo in club o federazioni calcistiche può effettuare scommesse sul calcio, a nessun livello: dalla Champions League alla terza categoria. Il motivo di queste stringenti indicazioni è intuitivo e logico: una volta entrati a far parte del reticolato del match-fixing, è pressoché impossibile uscirne. Inoltre, dal momento che un giocatore può scommettere, potrebbe essere portato – nel corso dell’incontro – a far andare in un certo modo la partita in determinate situazioni di gioco. Non è inusuale poi che anche alcuni arbitri si prestino a tale pratica.
Ma quali sono i fattori che concorrono a realizzare un incontro combinato? Principalmente sono quattro:
- una partita di calcio | è banale, ma senza di essa non potremmo parlare di match-fixing;
- dei match-fixers | soggetti interessati a condizionare l’esito di un incontro (magia, criminalità organizzata, etc.);
- giocatori o arbitri accondiscendenti | per quanto possano essere persuasive o allettanti le proposte da parte dei match-fixers, se nessun calciatore e nessun direttore di gara accettasse tali compromessi, non si potrebbero realizzare questo genere di distorsioni criminali;
- agenzie di scommesse | tramite le piattaforme di betting la criminalità organizzata porta concretamente a compimento l’operazione di combine finalizzata al guadagno di soldi facili e veloci.
La UEFA è consapevole di questo fenomeno distorsivo del calcio e non si limita a rilevarne la sempre più ampia portata, ma si adopera per contrastarne lo sviluppo. Come? Innanzitutto analizzando qualcosa come 32,000 partite ogni anno: attraverso agenzie specializzate nell’analisi dei trend degli incontri – come SportRadar – si riesce a ricavare degli indicatori utili a comprendere se un match sia effettivamente truccato oppure stia seguendo un andamento normale. In soldoni: se la media delle puntate sul singolo incontro è costante (la grandissima parte delle scommesse vertono sullo stesso esito), è molto probabile che questo sia combinato; diversamente, la grande variazione di esiti scommessi è sintomo di una partita non manipolata.
Un messaggio forte e chiaro che arriva diretto anche ai ragazzi della Nazionale Under 19 di San Marino, perché già nel calcio che coinvolge giocatori della loro età è piuttosto affermato il match-fixing. Le modalità sono le più comuni: si può essere avvicinati da un amico, un parente od un conoscente che potrebbe fare regali costosi e proporre soldi facili, a patto di entrare in questo circuito criminale. “Dal momento che si accetta quella proposta – sottolinea Michňa – voi siete finiti, il calcio è morto; e le ricadute sulla vostra vita possono andare ben al di là della carriera sportiva: immaginate cosa potrebbero pensare di voi amici, genitori e fidanzate se foste scoperti colpevoli di frode sportiva”.
Il monito è doveroso, l’informazione indispensabile: generalmente la criminalità organizzata si garantisce l’accondiscendenza di 2-3 calciatori per squadra, preferibilmente portieri, difensori o capitani; le personalità più spiccate dello spogliatoio e quelli più vicini alle zone critiche, in cui si decidono le partite. Spesso e volentieri anche gli arbitri entrano in questo circuito, assicurando che la puntata predeterminata vada a buon fine – spesso basata su un determinato numero di reti segnate.
L’Integrity Manager ceco ammonisce i ragazzi specialmente in base ai pericoli che si nascondono dietro a queste pratiche, dalle quali poi è pressoché impossibile smarcarsi: “Immaginate di mettervi in tasca € 500,000 per aver favorito l’esito di un incontro; dopo un paio di giorni realizzerete di aver commesso un gravissimo errore e probabilmente giurerete di non voler far più nulla del genere. E cosa succede, magari un mese più tardi? Gli stessi malavitosi vi ricontattano, chiedendo il vostro aiuto nel truccare un’altra partita; voi potrete rispondergli che non sono cose che fanno per voi, perché avete compreso il vostro errore. Pensate che finisca lì? Tutt’altro; in quel preciso istante scatta il ricatto, la minaccia: perché una volta entrati nel giro, il vostro futuro è nelle loro mani. Potrebbero mettere fine alla vostra carriera e rovinarvi la vita, semplicemente rendendo pubblica la vostra collisione con la criminalità organizzata, finalizzata alla combine di incontri sportivi. Doveste accettare una volta, una sola volta, scordatevi il calcio e preparatevi a pagarne le conseguenze, anche nella vita quotidiana”.
Non gira troppo attorno alla questione Ivan Michňa, che personifica appieno la politica UEFA di tolleranza zero nei confronti di match combinati. Oltre a monitorare 32,000 partite all’anno, la UEFA ha già in passato preso misure drastiche nei confronti dei colpevoli in materia: alcuni club sono stati estromessi dalle competizioni continentali, così come personaggi di alto profilo.
I programmi UEFA di contrasto al match-fixing si incentrano tutti su educazione e prevenzione a tutti i livelli: dai giovani ai più navigati calciatori, ma indirizzati anche a tecnici, dirigenti e tutti coloro che entrino a far parte del mondo del calcio.
“In conclusione – sottolinea Michňa – possiamo definire in tre passaggio il vostro ipotetico contatto con il mondo delle combine: 1) l’approccio da parte della criminalità organizzata, del quale dovrete rendervi conto il più in fretta possibile, comprendendo quello che sta succedendo; 2) il fermo rifiuto della proposta: dite no a queste distorsioni; 3) il punto più importante, senza il quale il precedente non potrebbe essere nemmeno sufficiente ad evitarvi di essere ritenuti accondiscendenti: la segnalazione. L’omessa denuncia è una fattispecie di reato sportivo per la quale anche calciatori che potrebbero aver rifiutato soldi per truccare una denuncia, sono andati incontro a squalifiche; il motivo di questa durezza sta nel fatto che una mancata segnalazione (ad amici, genitori, alla polizia, etc..) comporta una possibilità in più per le organizzazioni criminali di muoversi liberamente all’interno del circuito del calcio. Segnalate eventuali combine di cui siate a conoscenza – si raccomanda l’Integrity Officer UEFA –, affinché possa trionfare il bello dello sport e si possano eliminare distorsioni e mele marce che contribuiscono invece a rovinarlo”.
Per le dovute segnalazioni, la UEFA mette a disposizione un numero telefonico che garantisce l’anonimato (+800 0001 0002), un sito internet dedicato (http://www.integrityline.org) ed applicazioni ad hoc compatibili con dispositivi iOS ed Android.
Dopo la gita di ieri al campo di Auschwitz-Birkenau e la lezione di oggi in tema di lotta al Match-Fixing, per i Biancoazzurrini si avvicina il momento del ritorno in campo. Domani alle 15:00 i ragazzi di Rossi concluderanno il mini torneo di qualificazione ad Euro 2020 affrontando l’Azerbaijan, che – proprio come San Marino – ha perso entrambe le gare disputate sinora.
FSGC | Ufficio Stampa
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