UEFA GROW: anche San Marino alla plenaria di Riga

C’era anche una delegazione sammarinese all’appuntamento annuale con la UEFA Grow Conference, per l’occasione ospitata dalla Federcalcio della Lettonia a Riga. Nella capitale, due giorni di confronto e condivisione dei migliori progetti di sviluppo sportivo e calcistico a livello continentale – impostati e concretizzati dalle Federazioni nazionali grazie al supporto, non meramente economico, ma fattivo della UEFA tramite il programma GROW –

Nato come naturale evoluzione del progetto UEFA KISS, il GROW abbraccia un’amplissima casistica di fattori e modalità di crescita, che ruotano tutte attorno alla “vision” che ogni singola realtà nazionale ha di sé stessa: impostare target di miglioramento ed obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2024 è in sostanza quello che si chiede alle Federcalcio nazionali, fornendo poi loro il supporto necessario per raggiungere – o quantomeno avvicinare notevolmente – quanto prefissato. Il tutto naturalmente ruota attorno ad uno strategic planning che si interfaccia con i quattro principali settori di sviluppo individuati da UEFA GROW: Participation, Revenues, Image ed Engagement. Ognuno di questi macro temi è poi intimamente legato tra loro nell’analisi di Brand, Communications, Public Affairs ed Insight, in un efficiente quanto complesso circolo virtuoso che rappresenta in un certo qual modo il DNA di crescita delle singole Federazioni calcistiche nazionali. Ad oggi sono 44 le affiliate che aderiscono al programma GROW – tra cui anche San Marino – e l’obiettivo a breve termine della UEFA è quello poter estendere il ventaglio di opportunità e supporto ad ognuna delle 55 Federazioni, proponendo loro un abito su misura e calibrato sulle rispettive esigenze e necessità dalle medesime individuate.

Ad un iniziale indirizzo di saluto da parte del giovanissimo Presidente della Federazione lettone – Kaspars Gorkšs –, ha fatto seguito una specifica introduzione ai concetti propri del UEFA GROW, esplicitati da Noel Mooney – Responsabile in UEFA del Dipartimento Business Development per le Federazioni affiliate –: si è in particolar modo posto l’accento sui Social Return On Investment (SROI), vale a dire l’impatto positivo a livello sociale degli investimenti sullo sport ed in particolare sul calcio, come elaborati casi di studio (in special modo quello svedese) hanno evidenziato in termini di economia, impatto sociale, salute e performance sportive.

Elementi di crescita riscontrati – e sostenuti da cifre inequivocabili – anche dalla stessa federazione lettone, che attraverso la presentazione affidata al Segretario Generale Edgars Pukinsks ha snocciolato i risultati raccolti dall’impostazione di uno strategic plan quinquennale condiviso con UEFA GROW. Il core del progetto era ed è quello di portare il calcio al centro della Nazione o “Football in the heart of Latvia”, come recita lo slogan della campagna, che identifica l’intenzione di ispirare le persone attraverso il calcio sviluppando, proteggendo e rendendo popolare questa disciplina sportiva in un paese in cui tanti giovani giocano a pallacanestro o hockey.

A ciò ha fatto seguito una sessione di lavoro e confronto a gruppi, nei quali i delegati sammarinesi Luca Pelliccioni (Press Officer) ed Andrea Zoppis (Club Licensing Deputy Officer) hanno scorso punto per punto i 14 capisaldi del futuro manuale relativo alle “Football Federations of the Future” per determinare – insieme ai colleghi di Cipro ed Estonia (come si è fatto contestualmente in tanti altri tavoli) – gli elementi di utilità attorno ad ognuno di questi punti fermi (Strategic Planning, Participation, Engagement, Revenues, Image, Governance, Public Affairs, Insights, Brand, Strategic Communications, IT, Education, Media Rights & Content Distribution, Financial Sustainability).

La prima giornata di lavoro si è poi conclusa con un quadrangolare di calcio a otto presso l’impianto al coperto dello Skonto Riga, nella quale anche la conoscenza personale tra i delegati e lo staff UEFA coinvolto dalla conferenza plenaria ha trovato modo di crescere all’insegna del denominatore comune di tutti i presenti: il pallone.

Differente, per portata ed argomenti, la tabella di marcia del mercoledì dove hanno trovato spazio i progetti in corsa per un riconoscimento da parte della UEFA: sono state addirittura 106 i progetti candidati dalle Federazioni affiliate, il numero più alto mai registrato nelle cinque edizione dei UEFA GROW Awards, quelli che potremmo definire gli oscar dello sviluppo del calcio europeo. Cinque le categoria di premiazione: Womens Marketing, Engagement, Participation, Revenues e Image. A concorrere per il premio sono stati tre progetti per categoria, inseriti in una short-list dalla UEFA e presentati a tutti i delegati presenti a Riga in mattinata.

Venendo all’assegnazione vera e propria dei riconoscimenti, questo l’elenco dei premiati:

  • Womens Marketing: Olanda, con un progetto di coinvolgimento costruito attorno agli Europei femminili ospitati nel 2017 e che ha portato decine di migliaia di persone ad interessarsi di calcio femminile, alla professionalizzazione di tante giocatrici e alla possibilità per le stesse di intravedere prospettive di carriera che solo l’hockey su prato garantiva loro (menzione speciale per Moldavia e riconoscimento alla Svezia per creatività ed innovazione);

  • Participation: Bielorussia, con un torneo incentrato su gruppi di famiglie e a base nazionale (menzione speciale per Ucraina e Galles e riconoscimento alla Danimarca per creatività ed innovazione);

  • Engagement: Croazia, con una strategia di comunicazione costruita sulla nazionale impegnata nei Mondiali di Russia 2018, resa di fatto “accessibile” a tutti i tifosi e fan (menzione speciale per Azerbaijan e Turchia e riconoscimento all’Italia per creatività ed innovazione col progetto Hackoton);

  • Renevues: Francia, con una canalizzazione di distribuzione digitale unica in cui convogliare tutti i partner commerciali (Wolkswagen, NIKE, Crédit Agricole…) che ha portato ad aumentare del 25% i contratti di sponsorizzazione, aumentando i ricavi di settore fino a 100 milioni di euro/annui a fronte di un investimento del 15% rispetto al budget dedicato al marketing (menzione speciale per la Norvegia, riconoscimento alla Slovacchia per creatività e innovazione);

  • Image: Inghilterra, con la rivisitazione completa dell’immagine legata alla nazionale ed imperniata su nuovi valori quali orgoglio, sacrificio e lavoro di squadra – il tutto “viralizzato” da una strategia comunicativa ad hoc prima, durante e dopo i Mondiali di Russia 2018 – (menzione speciale per Israele e Romania, riconoscimento alla Lettonia per creatività ed innovazione)

 


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