Laura Cordani a Nyon per il Corso UEFA rivolto ad assistenti arbitrali internazionali
Prestigiosa e impegnativa esperienza a Nyon per Laura Cordani – assistente arbitrale internazionale per San Marino. La trentaseienne emiliana ha partecipato al UEFA Course for Women Assistant Referees, avviato lunedì 6 novembre e – in termini di attività programmate – terminato nella giornata di ieri. Oggi, infatti, è previsto il rientro nei rispettivi paesi di appartenenza per le 37 assistenti arbitrali rappresentanti trentuno diverse associazioni arbitrali nazionali.
Non hanno perso tempo le ragazze coinvolte dal corso UEFA, già al lavoro nel pomeriggio di lunedì – dopo l’arrivo in Svizzera nel mattino. Ad aprire la tre-giorni, una breve introduzione demandata a Dagmar Damková, tra gli arbitri più influenti e titolati del panorama femminile, cui non sono mancate – al tempo – designazioni nella massima categoria nazionale maschile, nel suo caso il campionato ceco, ormai più di 20 anni fa. Le prime sessioni si sono sviluppate principalmente in aula e sono proseguite con un test sui Regolamenti vigenti e mediante l’analisi di video. Infine, c’è stato tempo per una dettagliata spiegazione sulle modalità di simulazione di situazioni di gioco applicate all’on-field review, che ha rappresentato una delle principali novità nel programma di martedì.
La seconda giornata a Nyon è iniziata con il rilevamento di dati biometrici delle trentasette partecipanti, già nella primissima mattinata, dopodiché l’intero gruppo si è spostato in campo per una serie di esercitazioni legate all’on-field review. La meritata pausa pranzo ha fatto da intermezzo ad una simulazione di situazioni ricorrenti nel corso di una partita e nella valutazione delle quali è determinante anche la collaborazione degli assistenti arbitrali con il direttore di gara. Tra questi, potenziali tocchi di mano, SPA e DOGSO (gli acronimi che identificano falli che interrompano azioni d’attacco promettenti o, nel secondo caso, chiare occasioni da gol), nonché PAI – quest’ultimo riferito ad eventi occorsi in area di rigore (i.e.: Penalty Area Incidents). A spezzare il pomeriggio, una sessione di lavori di gruppo improntati sulla collaborazione e la comunicazione tra ufficiali in campo – elemento che spesso e volentieri marca la differenza nel rendimento dell’intera direzione di gara. Prima di cena si è discusso delle tempistiche con cui alzare la bandierina, a mente delle nuove disposizioni regolamentari che tengono in considerazione la presenza del VAR – dove implementato. Ulteriori test su Regolamenti del gioco e condotti anche su situazioni a schermo, hanno anticipato l’ultimo tema della seconda giornata – dedicato alla presentazione delle verifiche delle prestazioni fisico-atletiche previste nel programma del mercoledì.
Attività quest’ultima sviluppata nel corso della mattinata e che non ha risparmiato le trentasette assistenti arbitrali dall’analisi del rispettivo rendimento su agilità, scatto, capacità aerobiche e resistenza (anche tramite il celeberrimo test ARIET – Assistant Referee Intermittent Endurance Test). Il pomeriggio di ieri, quello fattivamente conclusivo, si è imperniato sul tema del fuorigioco – la madre di tutte le responsabilità per assistenti arbitrali, benché ci si scordi colpevolmente e fin troppo spesso dell’evoluzione poliedrica cui è andata incontro l’interpretazione del ruolo negli anni recenti. Discussioni, riscontri e analisi dei successivi lavori di gruppo, nonché un’analisi dei rendimenti atletici rilevati in mattinata, hanno lasciato spazio alle conclusioni affidate sempre a Dagmar Damková.
FSGC | Ufficio Stampa
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