Arbitri, D’Adamo: “L’Europeo è il traguardo di tutto il movimento”
Con la direzione della finale tra Folgore e La Fiorita, Daniele D’Adamo aveva appena concluso la stagione del futsal sammarinese e stava pianificando il consueto break estivo. Poi quella chiamata per le Final Four dell’Europeo femminile, un po’ inaspettata per tempistiche ma perfettamente rientrante nel “raggio d’azione” di un fischietto che appartiene al Primo Livello delle categorie arbitrali Uefa. Dunque, niente vacanze ma una preparazione certosina in funzione dell’esperienza più prestigiosa non soltanto della carriera di D’Adamo, ma dell’intero movimento arbitrale afferente al futsal del Titano. Sforzi a cui il fischietto ASA, naturalmente, si è sottoposto ben volentieri, e per i quali è stato ripagato con un carico di gratificazione ed emozioni da usare anche come trampolino per gli obiettivi futuri. “Non possiamo negare di aver raggiunto una nuova vetta con questa designazione. – ammette D’Adamo – Uso il plurale perché non parlo di me, ma di tutto il gruppo arbitrale impegnato ne futsal. In campo vado io ma dietro le mie designazioni c’è il lavoro di una squadra. Per questo tengo a condividere la mia gioia personale con il Responsabile di settore Massimo Nanni e con il resto del Comitato. Tutti quanti abbiamo lavorato per accrescere il nostro livello, e tutti quanti partecipiamo di queste responsabilità che sono aumentate parallelamente alle opportunità. Io penso sempre questo: ogni traguardo è anche l’inizio di qualcosa. Sono felice di avere avuto questa possibilità, felice davvero, ma per me è già un punto di partenza per sfide nuove e più difficili ancora. Quanto all’avvicinamento a queste Final Four, tutto è stato improvviso e veloce. Pensavo di avere completato il mio anno internazionale, e mi preparavo a staccare la spina come abitualmente faccio dopo una stagione probante dal punto di vista fisico e mentale. Invece proprio quello è stato il momento di ripartire. Ho lavorato a livello atletico agli ordini del nostro preparatore e ho studiato il più possibile per arrivare preparato all’appuntamento. Parlo non solo del regolamento, ma anche delle squadre e delle giocatrici con cui avrei avuto a che fare. Mi sono documentato il più possibile, ho assistito alla finale Scudetto italiana dove erano in campo alcune delle protagoniste dell’Europeo. Poi, una volta arrivato a Gondomar, ho cercato di scacciare ogni tensione e mi sono tuffato con energia e fiducia in quell’avventura.”
Avventura che per D’Adamo è iniziata con la semifinale Ucraina-Spagna, primissimo appuntamento del mini torneo che avrebbe assegnato il titolo continentale. La seconda designazione è stata invece quella della finalissima tra la stessa Spagna e il Portogallo. Uno spettacolo totale (la gara, dopo il 3-3 dei tempi supplementari, ed è stata decisa ai rigori, nei quali ha trionfato la Spagna) ed un potente spot per il movimento. Spot al quale anche la squadra arbitrale, capitanata dall’italiana Chiara Perona con D’Adamo nelle vesti di Terzo Arbitro, ha fornito un contributo tutt’altro che trascurabile. “Tutto il torneo ha rappresentato per me un momento di grande crescita. – sottolinea l’internazionale della FSGC – Spagna e Portogallo si erano incontrate anche nella finale precedente ed era normale che la partita si annunciasse ‘calda’. Io dovevo occuparmi delle panchine ed ho avuto il mio bel daffare, non lo nego. C’era clima di sana battaglia, elevato agonismo, però senza cattiveria da parte di nessuno. Qualche esultanza un po’ fuori le righe sì, ma tutto entro i limiti della decenza. Credo che la squadra arbitrale sia stata pare integrante dell’indubbio spettacolo che questa finale ha saputo regalare. A volta una parola in meno da parte dell’arbitro, sostituita con un’occhiataccia efficace, aiuta a mantenere i nervi al loro posto e a favorire il gioco, che naturalmente è il centro di tutto quanto l’evento. Chiara Perona, di cui ho una stima enorme, e il Secondo Arbitro hanno fatto una grande partita. E credo che anche noi che lavoravamo fuori dal perimetro di gioco siamo stati all’altezza della situazione. Come arbitri abbiamo vari strumenti per farci rispettare, ma con le panchine ho privilegiato la via del dialogo, e la scelta ha pagato. Per me è stato un turbinio di emozioni, amplificate dalla consapevolezza di trovarmi di fronte ad un numero elevato di spettatori, sia in presenza sia – soprattutto – in collegamento da casa. Alla fine posso dirmi molto orgoglioso di questa esperienza.”
Tra le varie vicende del torneo, il mondo del futsal sammarinese ha prestato particolare attenzione a quella della Nazionale ucraina. Proprio sul Titano, infatti, la Selezione gialloblù aveva condotto la prima parte della preparazione finalizzata alle Final Four di Gondomar. L’esordio nella semifinale, quella arbitrata da D’Adamo, non è stato particolarmente lieto. Ben diverso l’esito della “finalina” con l’Ungheria: lì l’Ucraina si è imposta 2-1, chiudendo sul podio e facendo segnare così il punto più alto della proprio storia europea. Queste le impressioni di D’Adamo: “Personalmente posso dire di aver visto un gruppo unito e che in campo ha dato il massimo sempre. Alla fine ha chiuso il torneo con un risultato di tutto rispetto, anzi storico, quindi penso che le ragazze ucraine si ritengano soddisfatte della loro avventura. L’inizio è stato difficile per loro, ma è anche vero che si misuravano con le campionesse in carica, nonchè future trionfatrici dell’edizione 2022. L’atteggiamento di questa squadra mi ha colpito in positivo. La cosa che più mi è rimasta è però una riflessione che ho fatto a torneo finito. Ho pensato al fatto che queste ragazze sarebbero state costrette a tornare a vivere gli orrori della guerra che sta devastando il loro Paese. Un pensiero molto triste, che però mi ha confermato ancora di più il potere che ha lo sport di tirarci fuori dalle nostre difficoltà e di regalarci momenti preziosi anche quando il resto non va come dovrebbe. La speranza è che quella normalità, ovvero quella dello sport, prenda il sopravvento sull’altra normalità, alla quale nessuno di noi dovrebbe mai accettare di abituarsi.”
Tornando al torneo di Gondomar come vetta del movimento sammarinese, è indubbio che D’Adamo oggi rappresenti un punto di riferimento non solo per gli arbitri di futsal attuali, ma anche – e forse soprattutto – per quelli che verranno: “Non lo nego: sento questa responsabilità. Quando parlo delle mie designazioni faccio sempre riferimento al gruppo perché questa è davvero la dimensione del mio credere. Tutti noi dobbiamo sempre aspirare al miglioramento, ma dobbiamo anche accrescere le nostre file. Il reclutamento non è facile e c’è bisogno di giovani arbitri che ci affianchino nel nostro cammino per poi prendere il nostro posto. Purtroppo resiste ancora qualche pregiudizio sul futsal, ma io posso testimoniare con i fatti che è una disciplina che regala soddisfazioni ed insegna tanto. Tante delle attività che svolgo fuori dal campo, nella mia quotidianità, sono fatte in funzione della mia attività di arbitro e sono influenzate dalla forma mentis che questo sport ti dà. Io ho iniziato a fare l’arbitro giovanissimo: avevo 15 anni, e oggi sono al 25° anno di attività. Ho fatto un percorso, lungo e a volte duro, ma che oggi mi ha portato ad essere felice di me. Felice ma non pago: un arbitro, come qualsiasi altro sportivo, è sempre animato da uno spirito agonistico votato al conseguimento di risultati crescenti. Per questo continuerò a lavorare per raggiungere altri traguardi, come ad esempio il livello più alto delle categorie Uefa, appena un gradino sopra rispetto a quello cui appartengo attualmente. Ci vuole la giusta consapevolezza di sé e tanta insistenza su quelli che sono i propri margini di crescita.”
FSGC | Ufficio Stampa
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